martedì 7 dicembre 2010

Pensando alla soluzione

E' stato condotto uno studio da alcuni ricercatori americani, su come il cervello di una persona passa più del 46% del tempo analizzando il passato o progettando il futuro e più in generale concentra la propria attenzione su tutto ad eccezione di ciò che in quel particolare momento sta facendo. Secondo i ricercatori, questa è una impostazione di dafault della massa cerebrale, che inserendo uno pseudo pilota automatico per ciò che sta materialmente svolgendo, ha l'opportunità di "fare altro". Ci sono tuttavia alcune attività che "inchiodano" letteralmente il cervello al presente, quelle con un coinvolgimento emotivo (vi lascio immaginare qual è l'attività per eccellenza tra le tante, che essendo molto forte a livello emotivo, non permette al cervello di "distrarsi"). Dopo le loro analisi, i ricercatori hanno notato che il non riuscire a concentrarsi generava un senso di disagio e malessere. In base a questo fatto, hanno ipotizzato che le preghiere e la meditazione tengono ancorati al presente e che questo genera un senso di felicità. Chiudo questo interessante articolo letto lo scorso mese nella sezione scienze del portale di Repubblica, con una nota personale. E' vero che per vivere meglio il nostro cervello deve restare nel presente, ma l'azione di distrarsi è uno strumento efficace con il quale il nostro meraviglioso strumento automaticamente analizza il passato, trovando spiegazione hai fatti e come in base a questo, trova potenziali soluzioni ai casi della vità. Perciò, ok videre adesso, ma permettiamo al cervello di lavorare per aiutarci a risolvere qualche problemino nella vita.

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